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Dal tribunale ai clienti

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È IL negozio dei fallimenti. Uno spazio di vendita dove chiunque potrà acquistare beni derivati da società fallite a prezzi scontatissimi che, finora, potevano essere ceduti soltanto a colpi di aste giudiziarie, talvolta estenuanti, talvolta deserte. L’affare di qualcuno, dal disastro di altri, tutto in un negozio, aperto a tutti. L’operazione è della Sivag, che per ora terrà aperto lo spazio di via Farini 47 fino a fine dicembre. Se funzionerà il modello verrà replicato anche nel futuro.

Finora ogni bene – frutto di fallimenti giudiziari -, è stato venduto solo tramite la procedura dell’asta. Ma, come spesso accade, per capi di abbigliamento e oggetti in generale, il ricavato raramente supera il 5 per cento del valore, spesso va proposto per lotti e dunque finisce svenduto. Così, la Sivag, ha chiesto l’autorizzazione ai giudici che seguono due fallimenti, quello di Cernobbio (società che controlla il marchio d’abbigliamento Metradamo) e di Vittadello (che teneva vari marchi anche pregiati), di poter cambiare le regole e per la prima volta tentare un’altra strada, quella della vendita al pubblico all’80 per cento, di media, di sconto dal prezzo di listino. Così, dopo il via libera di legge, domani in via Carlo Farini 47 si partirà con il primo «spazio unico di vendita di beni fallimentari»: tre vetrine sulla strada con 15mila capi tra abiti, cappotti e scarpe, maschili e femminili, firmatissimi a prezzi molto ridotti. Per ora solo abbigliamento e calzature, in futuro si vedrà. La finalità è doppia, e rispecchia le due facce della crisi che ancora colpisce. Un obiettivo è quello di far fruttare di più i beni confiscati e pignorati, anche dieci volte rispetto a quanto accaduto finora. Anche perché nell’ultimo anno «i fallimenti sono in crescita anche del 30—40 per cento », come spiega il presidente della Sivag, Albino Bertoletti.

Segno che molte aziende ancora faticano a resistere. Mentre, dall’altro, c’è anche lo scopo di offrire un’opportunità in più alla città in un momento, ancora, di difficoltà economica.

Non è la prima volta che l’istituto che gestisce i beni derivati dai fallimenti si inventa nuove frontiere per superare la più classica asta. L’anno scorso venne messa in vendita una batteria di auto, da acquistare con un clic. Partendo da un prezzo di listino dimezzato, facendo un’offerta, sperando fosse la migliore. E tutto online, in stile eBay, 41 vetture nuovissime che chiunque si è potuto aggiudicare via Internet al miglior prezzo, lasciti del fallimento di uno dei più grandi concessionari milanesi. In quel caso vinceva la miglior offerta. Stavolta, invece, la vendita è al dettaglio, come in un negozio normale, vince lo shopping compulsivo e chi arriva prima insomma. Una strada che, se come prevedono gli organizzatori funzionerà facendo lievitare il ricavato, verrà ripercorsa anche in futuro.

Ecco l’articolo completo sul sito Repubblica.